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martedì 6 maggio 2008

Il western psicologico di Anthony Mann. Bend of the River


Per una volta il titolo italiano si rivela all’altezza di quello originale. Là dove scende il fiume (Bend of the River, 1952) è il luogo dove cerca redenzione Glyn Mc Lyntock (James Stewart), bandito del Missouri in cerca di espiazione. Il passato è una traccia difficile da cancellare, prova a dare una virata alla propria vita scortando dei coloni verso le prosperose terre dell’Oregon. Salva anche dalla forca un suo simile, Emerson Cole (Arthur Kennedy), che alla fine dei conti si rivela la mela marcia che tutti sospettavano. La vendetta allora non può che essere l’unica soluzione.


Anthony Mann gira un western attento soprattutto alle dinamiche e alle sfumature psicologiche dei suoi personaggi, «in cui il talento sarà sempre messo al servizio della storia e non di ciò che essa significa» (André Bazin, Evoluzione del western, in Che cos’è il cinema?, Milano, Garzanti, 1971). La voglia di riscatto, un’identità tormentata da nascondere, la paura di una mancata accettazione. Sono questi i dilemmi di Glyn, diviso tra l’etica e l’istinto, il dialogo e la violenza. D’altronde come fare in un mondo nel quale tutti sono accecati dalla febbre dell’oro, le leggi del mercato iniziano a farsi spietate e le pistole sono il solo modo d’intendere la giustizia?

Mann gira con rigore magistrale, definendo un universo dall’elevato spessore morale (peccato che il doppiaggio italiano ridicolizzi l’assistente nero del capitano del battello con una voce da pagliaccio). Sfrutta due splendidi protagonisti, diabolico e calcolatore Cole, intenso e combattuto Mc Lyntock. Una figura complessa e problematica che sarà incarnata ancora da Stewart in altri capisaldi del genere come The Naked Spur (Lo sperone nudo, 1953), The Far Country (Terra lontana, 1955) e The Man from Laramie (L’uomo di Laramie, 1955). Mann è uno dei migliori autori del periodo per l'abilità nello sfruttare le innovative capacità tecniche (in particolare il cinemascope), evidenziando la maestosità della Natura che circonda l’uomo, da un lato sempre più misero e insicuro rispetto alle asprezze della contemporaneità, dall'altro centrale nelle vicende umane dominate dalla violenta brutalità.

Esiste una differenza tra uomini e mele, esiste…

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