find the path

mercoledì 13 novembre 2013

Still Walking. When Kore-eda gets personal




If I had to choose one word to describe Still Walking (Hirokazu Kore-eda, 2008) , it would be familiar.




Kore-eda started his career as a documentary film maker and even when shooting feature films, he always referred to the topics and cinematographic techniques characteristic of documentaries.  
Things change with Still Walking. The Japanese author decides to leave behind what he mastered for something completely new. He forgets about the objectivity of factual stories and chooses to get personal.

Still Walking is a tale about the private life of a family, and Kore-eda uses his own childhood memories to build up a subjective film.


 
The result is outstanding. He is so accurate and brilliant in translating into images the specific founding feelings, mementos, colours, sounds, impressions and thoughts of his everyday life as a child, that this private life of this fictional family becomes universal. Still Walking infers general principles from specific facts and, consequently, it seems to portray our own memories on-screen. That is why this film feels familiar.

 
If you add to that the fact that Kore-eda, adored by film critics and public, is one of the greatest contemporary directors who just won the Jury Prize (with Like Father, Like Son) at this year's Cannes Film Festival, you'll understand why Still Walking is a film you wish it never ended.



giovedì 31 ottobre 2013

Mamme, sono arrivati gli Skeletonwitch

Mamme, mettete comodi i vostri bambini e prima di rimboccargli le coperte, proponetegli l'anteprima di Serpents Unleashed, title track del nuovo lavoro dei simpatici Skeletonwitch. Diretto da Ralph Miller per Turnstyle Films, il brano è un motivetto delicato e accattivante. Servirà loro a capire qual è la lunghezza naturale di una barba, come si suona la batteria con il doppio pedale, quali sono gli usi alternativi della voce e come si affronta un ralenti al cinema. Poi, se proprio ci tenete, potete tradurre loro il testo: vi ritroverete a passeggiare per il parco della vostra città canticchiando Demonic, defiant, eyes of burning chaos, with darkness at our side

mercoledì 30 ottobre 2013

All'assalto della Leopolda: Fiorentina-Napoli 1-2


Serata umida, persino per il bel calcio che promette Fiorentina-Napoli, decimo turno di un campionato che – i tifosi romanisti insegnano – è già vinto dalla squadra di Rudi Garcia. Al Franchi ci si giocano gli spiccioli più preziosi, quelli semplici e accecanti di due formazioni che giocano a calcio. Fiorentina con un 3-5-2 finalmente tale (basta 5-3-2, please) e Napoli con il consueto 4-3-3, unica novità Pandev in versione Hamsik. Il divano è un luogo comodo per un eventuale infarto. È ciò che accade dopo i primi dieci sonnolenti minuti. Al 12' Higuain si inventa una giocata da artista di strada e Callejon incrocia al volo di destro: 0-1. La Viola si sveglia e attacca: al 28' Fernandez si appoggia su Savic e per l'arbitro Calvarese è rigore. Rossi fa 1-1. Due minuti e Cuadrado (al momento, uno dei migliori giocatori d'Europa) coglie il palo con un clamoroso destro da fuori area. Ma il Napoli è spietato, pur chiudendo con affanno in attacco è una macchina assassina: è il 36' e l'uno-due tra Mertens e Higuain porta il belga allo straordinario gol dell'1-2. Periodo di forma smagliante per Dries, divenuto idolo dei tifosi. Piedi buoni e intelligenza tattica quando si tratta di farsi 30 metri di campo per inseguire un avversario. E quando il possesso palla della Fiorentina diventa asfissiante, Reina si palesa Vishnu davanti a Borja Valero negandogli il pareggio. Finisce così il primo tempo, ormai una sola cosa con il divano, Rojadirecta e le divinità del pallone.

Il secondo tempo inizia con più muscoli e meno spettacolo, nei primi 20' ci sono solo azioni confuse e due voli in area di Cuadrado e Rossi (puniti dall'arbitro con il giallo). Fuori Higuain e Mertens, dentro Hamsik e Insigne. La Fiorentina fa la partita ma è poco incisiva. Il Napoli chiude bene e riparte senza affondare troppo. Al 73' Reina è decisivo su Rossi, due minuti dopo si ripete su Joaquin (che poco dopo lascia per Matos). Si riparte ed ecco un giallo a Commper per fallo sul solito, ottimo Callejon. Cartellino che al 79' diventa rosso ma per Maggio: provvedimento eccessivo. La mossa di Benitez è fuori Pandev, dentro Armero. E un Calvarese in serata no: visibilmente confuso – un ciuffo scomposto dei capelli spesso parla chiaro – fa uso spregiudicato di cartellini per simulazione. Prima su Rossi, poi su Cuadrado atterrato nettamente in area da Inler (sempre lui). È il 91' e il regore negato mette definitivamente la parola fine sulla partita. Tre punti decisivi quanto inutili per il Napoli, perché la Roma ha già il tricolore cucito sul petto.

Ah, al Franchi un raccattapalle ha visto Cuadrado uscire dal campo cantando:

lunedì 28 ottobre 2013

Toxic Conspiracy: 'Acid Fuzz'


Nuovo disco in arrivo per i Toxic Holocaust. I paladini del thrash punk tornano tra noi con Chemistry of Consciousness (disponibile dal 29 ottobre via Relapse Records), e lo fanno lanciando il video di Acid Fuzz. Due minuti e mezzo di riff al fulmicotone, vocals dalla fogna e visioni da post apocalisse. L'animazione è stata realizzata in Technicolor da Adam Avilla. È possibile ascoltare Chemistry of Consciousness in streaming su Close-Up Magazine. Gli amanti di Bathory, Venom, Possessed, English Dogs, Discharge e Broken Bones sono avvisati.

giovedì 24 ottobre 2013

Auckland Scalphunters: Two Wolves


Rimpiangete Alabama Thuderpussy, Leadfoot, Halfway to Gone e Sixty Watt Shaman? Siete alla ricerca della perfetta colonna sonora per la vostra apocalisse privata? Date un'occassione ai neozelandesi Two Wolves, da Auckland con furore. The Roar and Peal of Distant Thunder è heavy stoner rock from Hell, dicono loro. Sudiciume misantropo, aggiungiamo noi. Riff ciccioni, focose puntate blues, bordate punk, rallentamenti sabbathiani, registrazione a dir poco rozza e il gioco è fatto. Il giro di Hung from a Tree risveglia il criminale dentro ognuno di noi, Balanced on a Cross è un omicidio in piena regola, Presented With a Proposition materializza Satana che suona una slide guitar, la title track fa sciogliere il cuore come neve al sole (del Tennessee). Citazioni sparse da Meridiano di sangue di Cormac McCarthy completano questo trip di perverse confessioni e fango primordiale.
«Questo deserto sul quale tanti sono stati distrutti è vasto ed esige un grande cuore, ma in fondo è anche vuoto. È aspro, è arido. La sua vera natura è la pietra».

mercoledì 23 ottobre 2013

Ghosts Along the Vieux Port: Olympique de Marseille-Napoli 1-2

«Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice», scriveva Jean-Claude Izzo. Lo sanno bene a Marsiglia come a Napoli. Strani incroci quelli del caso. E del calcio. Olympique de Marseille-Napoli vale tanto. Quarta partita del Gruppo F, è un match tra due squadre che cercano il rilancio. Il Napoli viene dalla brutta sconfitta all'Emirates Stadium, per l'OM il tracollo è continuo: dopo la partenza a razzo in campionato, sono arrivati due KO in Champions e due sconfitte in Ligue 1. Al Velodrome c'è vento, e lo cavalca Dries Mertens. Benitez lo schiera al posto in Insigne e la fiducia viene ripagata. Il Napoli domina il primo tempo: il belga è il migliore in campo insieme al solito, immenso Valon Behrami. Il Marsiglia tuttavia è poca cosa: Ayew e Payet sono fantasmi, Gignac pare appesantito da una lauta cena, l'unico a dannarsi l'anima è Valbuena. Ad irritare i tifosi ci pensa Gonzalo Higuaín: trotterella, si incazza senza motivo con i compagni, tocca piano quando dovrebbe andare come una furia. E al 34' sbaglia un gol che neanche Pandev contro la Roma. Fortuna che il Pipita si avvede e al 42' lancia con intelligenza l'impomatato Callejón: sterzata in bello stile e Mandanda è freddato.


Il secondo tempo sembra una pura formalità. Possesso palla e verticalizzazioni, il Napoli gestisce il risultato. E l'OM non si scrolla di dosso quell'aura di squadra capitata in Champions quasi per caso. Rimangono dubbi sulla quantità di passaggi semplici sbagliati da Inler, ma il risultato dice bene ed in pochi ci fanno caso. Al 58' esce Higuaín ed entra Zapata. Sembra di vedere il peggiore Zalayeta, e invece Duvan al 67' si inventa un gol che fa esclamare: «Freddy Rincón!». 0-2 e tutti a casa. Almeno così sembra. Perché se non c'è sofferenza non c'è divertimento. A 6' dalla fine André Ayew (tempo di amarcord: figlio di Abedi Pelé) si inventa una pregevole girata di sinistro che fulmina Reina. Ultimi istanti di apnea e triplice fischio che sa di liberazione. Bene Maggio a destra, volenteroso ma impreciso Armero, Albiol un po' offuscato dal fisico simil Lavezzi gigante, Fernandez timido ma in via di miglioramento. Segnali incoraggianti per le partite di ritorno. «Marsiglia non è una città per turisti. Non c'è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c'è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma atipico dove l'eroe è la morte. A Marsiglia, anche per perdere bisogna sapersi battere».


martedì 22 ottobre 2013

Sergio Martino is our Elvis: Tutti i colori del buio


Se vi piace la roba disgustosa, rozza e blasfema, date una chance a Tutti i colori del buio. Da Torino, in omaggio al thriller di Sergio Martino con una Edwige Fenech al massimo del suo splendore, arriva questa demo di quattro brani, uno più corrosivo dell'altro. Un mischione putrido e perverso di hardcore, black metal, sludge e traumi infantili. Geniale intitolare un pezzo More Than Sartre, Less Than Allin, tre minuti di totale disagio. Nel nome di Bruno Nicolai, adoratori di Satana venite a noi.

lunedì 21 ottobre 2013

75 anni: auguri Superman


Superman compie 75 anni e la DC Comics celebra l'evento riassumendone la vita in un cortometraggio animato di 2 minuti. Realizzato da Zack Snyder (L'uomo d'acciaio arriverà in Blu-ray e DVD il 12 novembre, l'attesissimo Batman vs. Superman è attualmente in pre-produzione) in collaborazione con il maestro Bruce Timm, il corto ripercorre la storia di Superman dai primi fumetti di Jerry Siegel e Joe Shuster fino all'ultimo film interpretato da Henry Cavill.

 

sabato 19 ottobre 2013

Ed è già scudetto: Roma batte Cannavaro 2-0


La Roma ospita Diego Armando Maradona all'Olimpico e batte 2-0 il Napoli in una delle partite più attese degli ultimi tempi. Otto vittorie consecutive per la squadra di Rudi Garcia, ormai il destino è scritto: scudetto. De Laurentiis, che non si fa mai mancare colpi di bruta "intelligenza", controbatte invitando il Papa al San Paolo: perché tanta blasfemia?


Il big match tra le due formazioni si risolve nel giro di 20 minuti, a cavallo tra primo e secondo tempo. Nei primi 15 la Roma pressa ma crea poco (Gervinho fa rima con Serginho?). Nei restanti 30 il Napoli ha due clamorose occasioni con Pandev e Insigne: la mira del primo è offuscata, il cinismo del secondo è da migliorare. Poi la svolta: escono per infortunio Totti e Britos, entrano Borriello e Cannavaro. La partita dell'ex capitano giustifica le beghe sul suo contratto: al 45' atterra stupidamente Gervinho e concede a Pjanic la meravigliosa punizione dell'1-0 (fortuna per la Roma che Totti fosse uscito…); al 70' – dopo 25 minuti di dominio e il terzo palo della partita colto da Hamsik – frana in area su Borriello. Rigore, esplusione, gol: 2-0. Partita chiusa.


Ormai ci siamo: la Roma è pronta per il quarto tricolore. Lo vincerà con un allenatore tosto che è riuscito a caricare una rosa di grande spessore. Ma soprattutto a spacciare a tifosi e giornalisti per 4-3-3 un blindatissimo 4-5-1. La chiesa è tornata finalmente al centro del villaggio. 

venerdì 18 ottobre 2013

Perché gli elefanti? Il cinema di Marko Meštrović


Il cinema di Marko Meštrović è pura illusione. Classe 1972, pittore, fotografo, regista di piccole schegge animate, musicista (suona la batteria nei Cinkuši), Marko studia con Đuro Seder all'Accademia delle Belle Arti di Zagabria. Dopo una serie di mostre e personali, dal 2000 esplora il campo dell'animazione. È possibile trovarlo su Vimeo o sul suo sito ufficiale: www.markomestrovic.net

Inizia nel 2004 con il 3D di Ciganjska (Gipsy Song), ispirato alla dark ballad del maestro Miroslav Krleža contenuta in "Balade Petrice Kerempuha" (1936). Alienazione ed autodistruzione in un mondo in bianco e nero, dipinto seguendo i canoni dell'Espressionismo tedesco.


Nel 2006 realizza Silencijum in collaborazione con Davor Medjurecan: ancora Miroslav Krleža (sempre dalle ballate di Petrica Kerempuh), ancora bianco e nero, altro impietoso ritratto di disintegrazioni umane.


Tre contesti sociali, tre storie diverse, un unico rapporto: quello tra un padre e suo figlio. Nervo scoperto di buona parte del nuovo cinema croato. Note (2008) è una danza meccanica nel vuoto delle relazioni personali.

 

No Sleep Won't Kill You (2010) è l'esplosione definitiva di un percorso di ricerca ed identificazione: cos'accade quando il sogno prende il controllo sulla realtà? Arte e vita in un corto circuito inevitabile.

  

Why Elephants? (2012) è la più recente emissione e pone una questione "semplice": troveremo mai una risposta alle nostre domande più importanti? Lo straniamento è servito: un'India lisergica è viva e pulsa nel cuore di ognuno di noi.



giovedì 17 ottobre 2013

Tits 'n' Zits: Glitter Wizard


Sono davvero eccitanti i Glitter Wizard. Ascoltarli è come essere catapultati in un film di John Waters nel quale gli attori sono Kiss, Motörhead e Alice Cooper. Il loro Pink Metal suona come delle "chiazze di rossetto sul bocchino di un bong". O come la performance dei Damned nell'episodio Nasty della serie BBC The Young Ones, anno di (dis)grazia 1984. Umorismo anarchico, dissacrante e provocatorio per questi simpatici cialtroni nati nel 2009 tra San Francisco e Oakland, luogo immaginario ribattezzato per l'occasione San Froakland. Un primo 7" (Black Lotus/Witch's Limbo, edito da SansEscape Records e subito sold out) mette le cose in chiaro: immaginate l'hard rock, lo space ed il proto dark metal dei 60 e 70 in forma ruffiana e glitterata (appunto…). 


Glitter Wizard, e vai fuori di paillettes. Organo, flauto e sax si scontrano con riff selvaggi di chitarra; melodie appiccicose fanno il paio con escapismi psichedelici da comune freak. Il debutto Solar Hits (Archers' Guild Records, 2011) li lancia nel circuito underground. Fanno seguito il 7" Horses (Captcha Records, 2012) e l'album della consacrazione, Hunting Gatherers (aQuarius Records/Captcha Records, 2012). Motörider è un'orgia totale, Big Sur non fa rimpiangere gli Sleep, Ragdoll è boogie forsennato, Wizard Wagon è un potenziale singolo spacca classifiche. Il 2013 porta in dono l'ennesimo 7" (Siren è contenuta su Sweet Times - Volume 1, split edito da Who Can You Trust? Records e diviso con Hot LunchOvvl e Dirty Fences) e la chiamata dal Roadburn Festival 2014.

"There is a price, barbarian".

I don't worship the Devil, the Devil worships me.


mercoledì 16 ottobre 2013

Navigar è dolce in questo mare? Arcipelaghi


Mohamed è un ragazzo egiziano che vive a Napoli. Come tanti, diverso da tanti. Arcipelaghi di Martin Errichiello e Gabriele Sossella racconta la sua storia, che diventa paradigma di un modo personale di rappresentare storie sulla migrazione umana, sui percorsi di identificazione, sulle rotte geografiche e psicologiche di chi attraversa il mare in questi anni 2000. Ricordi, sogni, speranze, in cerca di una dimensione autentica alla quale poter appartenere. L'identità è ancora viva: navigar non è poi così dolce in questo mare. 



At the end of this sentence, rain will begin.
At the rain's edge, a sail.

Slowly the sail will lose sight of islands;
into a mist will go the belief in harbours
of an entire race.

The ten-years war is finished.
Helen's hair, a grey cloud.
Troy, a white ashpit
by the drizzling sea.

The drizzle tightens like the strings of a harp.
A man with clouded eyes picks up the rain
and plucks the first line of the Odyssey.

Alla fine di questa frase, comincerà la pioggia.
All'orlo della pioggia, una vela.

Lenta la vela perderà di vista le isole;
in una foschia se ne andrà la fede nei porti
di un'intera razza.

La guerra dei dieci anni è finita.
La chioma di elena, una nuvola grigia.
Troia, un bianco accumulo di cenere
vicino al gocciolar del mare.

l gocciolio si tende come le corde di un'arpa.
Un uomo con occhi annuvolati raccoglie la pioggia
e pizzica il primo verso dell’Odissea.


Derek Walcott
 

giovedì 16 maggio 2013

To Be or Not To Be: Appearance and Reality



The sophisticated beauty sits behind closed doors. What is not said, what is implied, what is suggested, what is alluded and never truly disclosed into certainty always possesses an ultimate power impossible to question. 


   
To Be or Not To Be (Ernst Lubitsch, 1942) belongs to this world of manners or, if you want, to this world of (cinematographically speaking) ellipses: all knowing, but not revealing and never needing to.

 
In occupied Poland, the theatre company of Warsaw tricks the SS and saves the East European anti-Nazi movement.

The film is a symphony of spiralling situations, where hilarious seemingly unsolvable problems are suddenly resolved with ingenious and unexpected interventions that only exacerbate, though, new comical problems.

Fallacy and misconception are enclosed in a carefully inter-twined plot exploring the theme of appearance and reality, and how they (appearance and reality) are so amusingly, yet dramatically interchangeable.


To Be or Not To Be is THE comedy of manners: generated by Lubitsch's touch and generating moving scenes together with double-entendres and...



...  
TERRIFIC LAUGHS.



venerdì 19 aprile 2013

Revenge, the engine of violence: Ajeossi



The Man from Nowhere (Ajeossi, Jeong-beom Lee, 2010) is an undeniable example of South Korean violent cinematography. Not gratuitous violence, but violence generated by rules of form and content.

The fight scenes choreography (the form) reminds of Stanley-Baker's definition of Chinese Calligraphy: "Sheer life experienced through energy in motion, with time and rhythm in shifting space its main ingredients." A definition which could also be easily applied to martial arts.







As the form of the violence comes from a solid Oriental heritage; its content, the engine of violence, springs from the most classic element of the genre. Revenge.
A loner man, Cha Tae-Sik, who has lived in self-imposed isolation for years, decides to take on crime mob. A little girl has fallen prey to Korea's ruthless, dark underworld. She's his next door neighbour in a dilapidated part of town, with whom he has an inconsistent father/child relation. In the process, Cha Tae-Sik must face off against the police and his own past.






Ajeossi is overall a composition of Far East visual tradition and international cinema tale ingredients.


If you believe in blockbusters with a soul, this is definitely one of them. The film achieved home box office first, was selected for 19 film festivals, and won 31 awards.
If you don't believe in blockbusters with a soul, then you definitely have to watch this.


lunedì 18 febbraio 2013

L'Italia (in)giusta: L'aborto



Capita che vai al cinema – affollata multisala domenica pomeriggio, tutti per Il principe abusivo di Siani – per vedere Promised Land di Gus Van Sant e nell'attesa snervante della pubblicità accada l'inaspettato. Piccola premessa: perché se sul biglietto c'è scritto inizio ore 18 devo sorbirmi almeno 10 minuti di spot? Fossero almeno trailer, l'assalto sarebbe meno doloroso. Detto questo, tra la réclame di una nuova e orrenda Fiat e quella di una banca gentile con giovani precari (un conto disponibile persino per un over 30 con barba e capelli arruffati!), parte lo spot per la campagna elettorale del PD. Titolo: Il parto. Un minuto di agghiacciante pochezza. E di una bruttezza formale assoluta. L'aborto giusto. Lo scollamento dalla realtà concluso. Vedere per credere. Fortuna che dopo averlo messo on line la seconda volta si sono ricordati di disattivare i commenti. Sarà anche per questo che Il principe abusivo al primo week end incassa 4,2 milioni di Euro e Promised Land la miseria di 177 mila?
Una volta i comunisti li mangiavano, i bambini.