find the path
sabato 21 agosto 2010
Parolacce che si possono scrivere con una calcolatrice: boobs. Porno, lingue ed evoluzioni
Il mondo è pieno di sesso. Anche se la asexuality tende a prendere piede. I codici linguistici valicano i confini, in numerose circostanze prevalgono fraintendimenti e stereotipi. Soltanto su una forma di rappresentazione del corpo siamo sicuri: la pornografia. Lasciando da parte le valenze di emancipazione (da Linda Lovelace nel Deep Throat di Gerard Damiano fino a Moana Pozzi), il dominio maschilista, le programmatiche strategie di marketing. E anche l’iperrealismo forzato, realtà e verità a tutti i costi (contro cui riscoprire seduzione ed illusione, come nelle “strategie fatali” di Jean Baudrillard). Il corpo è libero, non si può determinare. Così le infinite mutazione del linguaggio, che il porno ingloba, crea e orgasmicamente rigenera. Per favorirne la nuova circolazione.
Una serie di categorie che con un dono di sintesi tanto inventivo quanto limitante racchiude un intero universo. Se agli albori era il Porno-chic (corpi geometricamente perfetti, eleganza patinata, finta classe), oggi la declinazione è vasta e sfaccettata. Buona parte del mercato del porno vive su “classici” come l’anal, l’amateur, il threesome e le pratiche inconfessabili: dalle big butts e big tits (o big boobs, come lo slang vuole) si è passati alle BBW (acronimo che sta per Big Beautiful Woman), alle teen e alle coed (diciottenni e studentesse universitarie), alle hairy (per un ritorno alla natura, contro l’invasivo shaved) e alle mature. Dove la fantasia è limitata dalla presunta oggettività dei fatti (suddividere per colore dei capelli: blonde, brunette, redhead; suddividere per colore della pelle: asian, ebony, european, latina), subentra l’estro, il tocco leggero. È impossibile resistere al fascino di parole tanto magiche. MILF è acronimo di Mother I’d Like to Fuck (seppure ci siano dispute su quella M. - mother o mature?), madre dall’aspetto fisico ancora appetibile, spesso seduttrice del compagno della figlia - il porno vive di situazioni al limite del paradosso. Squirting è una evidente onomatopea dell’eiaculazione femminile, quella che i giapponesi definiscono “shiofuki”. Gonzo e P.O.V. (Point of View) portano l’illusione di realtà alle estreme conseguenze, un impero di immagini che nega l’oggettività (proprio come nel gonzo journalism di Hunter S. Thompson, da cui il termine), perché tutto il filmabile è sotto i nostri occhi. Creampie, facial, cumshots, felching e golden shower sono l’esaltazione del dominio nel fluido corporeo. Gang bang, strt sex e public sono invece sfide contemporanee alle leggi della fisica e della morale.
Lemmi inglesi, spesso coniati negli Stati Uniti negli anni 70, che non hanno corrispettivo in altre lingue. Come i giapponesi gokkun (onomatopea che indica l’ingestione dello sperma) e bukkake, atto di feticismo estremo in cui più uomini eiaculano a turno o insieme su una donna. Colpisce scoprire che in realtà l’uso comune della parola fa riferimento ad un modo particolare di servire la soba, ovvero con la sola aggiunta di brodo caldo. Come a riaffermare la pornografia quale forma giocosa di espressione del corpo in cui realtà e illusione si inseguono e si incontrano.
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