C’è del marcio in Canada. A Winnipeg per la precisione, tra i grandi laghi di Manitoba. Le “muddy waters”. A narrarne le gesta il cinema del perturbante. Ovvero monsieur Guy Maddin. Occhio instancabile e curioso, con ironia e grande senso dell’umorismo ci trascina in uno spettacolo d’altri tempi, dove Luis Buñuel e Fritz Lang giocano a carte con David Lynch e Tod Browning mentre Leni Riefenstahl prepara loro un caffè. La tragedia che si abbatte sul mondo. L’amore, la competizione, il sacro e il profano.
Bianco e nero frenetico (o il colore “finto” di Sombra dolorosa), montaggio “neurotico”, musiche (in)calzanti, un cinema impossibile. Tutto sintetizzabile come una droga, il “gaddinesque”. “L’inutilità della parola e l’equilibrio temporale dello sguardo”, parola di Pier Maria Bocchi. Un pugno di film, cortometraggi, pubblicità, video, esperimenti (extra)materia. Rumori fuori campo, rapporti che si sgretolano e si rinsaldano, come in un balletto meccanico. Costruttivista? Magari sulle sponde di un lago, in attesa di un ritorno.
Un piacere per l’affabulazione che si sposa con toni surreali e da black comedy. La vita nella sua totale assurdità. Dai tempi di The Dead Father (1986) e Tales from the Gimli Hospital (1988) a quelli di Archangel (1990), Twilight of the Ice Nymphs (1997) e Dracula: Pages from a Virgin's Diary (2002) si inseguono gli spettri della guerra, la re-invenzione dei miti di un intero immaginario, un universo popolato da femme fatale e corpi in continua mutazione/evoluzione.
La collaborazione con Isabella Rossellini porta in dote al regista canadese il bizzarro, stupefacente, anarchico The Saddest Music in the World (2003) e l’affettuoso My Dad Is 100 Years Old (2005). La nostalgia ammanta Brand upon the Brain (2006) di un candore angoscioso, il ritorno all’infanzia che si fa pressante anche nel successivo My Winnipeg (2007). Ultimo in ordine di tempo, Night Mayor (2009). Presentato al Festival di Toronto, è la storia dell’inventore di origine serba Nihad Ademi. Un uomo osteggiato dalle autorità perché ideatore, con i propri figli, del Telemodium. Un apparecchio che sfruttando la potenza delle aurore boreali di Winnipeg, anno 1939, trasmette in tutto il Canada "every day life for every day people”. Un magma di luci, rumori, immagini e suoni che arrivano nelle teste dei cittadini e vengono rielaborati, filtrati, sminuzzati, deglutiti. Una televisione organica per produrre nuove immagini. Nuova carne. Ademi, aurora, nightmare… Nightmare of Winnipeg!
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