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mercoledì 2 febbraio 2011
OFF TOPIC Le allodole del sesso: la visione della figa da lontano. Sempre vostro Cicco Peppe
Ricevo lo sfogo dell’amico e sodale Giuseppe De Cicco e pubblico.
La visione della figa da lontano, citazione tributo omaggio agli Elii. Ma anche consapevolezza del fatto che usando la magica parola “figa” si hanno molte più chance di essere ascoltato, qui come in qualsiasi altra parte del mondo “civile”. Perché in questo momento, in questo paese, sulla bocca di chiunque, umana o virtuale che sia, non si scappa dal binomio figa-potere. È talmente sulla bocca di tutti, si parla talmente tanto di old man enjoying huge bombs and young pussy... O di horny old man is fucking a gorgeus young girl, da rimpiangere quasi quelle belle vecchie bigotte riserve mentali sul sesso e i suoi derivati, quando il “cazzo” era tabù. Non erano belli i tabù?
Tuttavia, al di là dei "cazzi", torniamo alle considerazioni politiche inattuali. Ci stiamo concentrando sui vizi del re nudo. Noi, i mezzi di informazione, addirittura la magistratura, l’unico potere italiano che ha fatto e fa tremare i palazzi del potere. Perché l’Italia è l’Italia… Non esiste corrispettivo nel resto del mondo e anche le “rivoluzioni” si fanno dall’alto, non certo dal basso. La magistratura tra tanto torbido, tra tanta merda che galleggia («E se teniamo la bocca bene aperta forse riusciremo ad ingoiarla tutta!»), ha deciso di giocare la sua partita fondamentale sullo scandalo sessuale. Notare bene che ai tempi della Prima Repubblica la partita fondamentale si giocò sulla corruzione e sul finanziamento illecito; fenomeni emersi nel 1992 ma praticati e conosciuti da sempre, regole non scritte di un sistema quarantennale, scandalo usato come mannaia al momento giusto, quando il “vecchio” doveva fare spazio al “nuovo” perché il sistema era al collasso e i partiti non servivano più. Il muro era caduto ed era diventato la lapide del comunismo. Se ai tempi la corruzione era sufficiente a far tremare il sistema dalle fondamenta, oggi si è scelta – da sottolineare la parola scelta – la mannaia dello scandalo sessuale. Forse sarà anche vero che “a ognuno il suo” ma se per cambiare si ha bisogno di fare salotto sulle perversioni di Cesare e del Fido Emilio… Beh, la tristezza è totale nella miseria del momento.
L’Italia è un paradiso abitato da diavoli. O forse sarebbe più corretto dire che l’Italia è un PARADOSSO abitato da PIPOLI [per chi non conoscesse la parola “pipolo” vedere vocabolario avellinese]. La situazione economica è disastrosa, con prospettive di crescita pari a zero e un mercato del lavoro che fa spavento. Non ci vuole un grande economista per capirlo. Una notte che non sembra mai finire: fuga di cervelli, cementificazione selvaggia, piccoli e grandi scandali che spuntano da un tappeto che non riesce più a nascondere tutta la sua monnezza. Si parla delle scopate di Berlusconi ma non si organizzano palinsesti televisivi sulla scopate di Santa Romana Chiesa, sui vizi degli adepti più sinceri e sulle coperture dei vertici. Chi in Italia avrebbe la “forza e curaggio” [per chi non conoscesse la “Forza e Curaggio” vedere vocabolario beneventano] di inadgare sui vizi dei vertici di Santa e Romana?
Nelle scuole si insegna ancora che abbiamo uno stato fatto di potere legislativo, esecutivo e giudiziario. Per onestà intellettuale bisognerebbe dire che in Italia per precise scelte politiche dettate dell’instabilità di una guerra mondiale finita e di una guerra fredda alle porte, si è scelto di suddividere il potere al fine del mantenimento dello status quo tra Chiesa-Poteri Economici più o meno occulti e Stato, che a sua volta è fatto di esecutivo, legislativo, giudiziario e mafioso. Si lascia in pasto ai cervelli più pigri l’idea della lotta all’antistato... Come gli americani all’inizio degli anni novanta davano in pasto all’opinione pubblica l’idea della lotta al sistema mondiale della droga.
Lo stato adopera il suo braccio armato, le mafie, quando è messo alle strette, quando pezzi di scomode verità potrebbero emergere, riscrivere la storia ed essere insegnate, studiate, ricordate e di cui qualcuno potrebbe servirsi per chiedere conto quando i conti non tornano. Per poi dire ai cervellini troppo piccoli, ai cervellini troppo pigri, ai cervellini tropo veloci [100 punti a chi coglie la citazione Ndr]: «le mafie hanno fatto questo, noi puniremo le mafie». Ecco allora i Riina e i Ciancimino. Sarebbe simpatico domandare ad un uomo di mafia (un uomo di mafia col cervello, un Pippo Calò o un Bernardo Provenzano): perché vi umiliate così, perché siete diventati i servi dei servi dello stato? I soldi e il potere che ne deriva, quel pezzettino di torta a cui siete stati ammessi per gentile concessione del padrone, varrà mai la dignità che avete perso? Non siete stufi di essere i trofei dei vari Maroni che nel momento del bisogno vengono a prendervi e vi sacrificano a comando? Perché accontentarvi dell’elemosina quando si può rubare direttamente in chiesa?
Ad intermittenza si parla del problema rifiuti a Napoli. Giustamente. Senza però chiedere conto ai pezzi dello stato che tramite le mafie hanno costruito autostrade di spazzatura in Africa per aiutare lo smaltimento di multinazionali di mezzo mondo. Grandi imprese eternamente in debito con lo stato italiano ed il suo braccio armato. Ce lo insegna l’inchiesta sulla morte di Ilaria Alpi, vicenda su cui lo stato, appunto lo stato, tace. Da anni. Allo stesso modo in pochi hanno aperto spiragli di chiarezza sulla strage di Piazza della Loggia, il primo atto della stategia della tensione. Dopo 36 anni tutti assolti. Quasi 300 morti e 800 feriti per 15 anni passati alle cronache come anni di piombo. Se per tanti ragazzi i libri di storia sono troppo noiosi perché spesso chi conosce i fatti non è detto che li sappia anche raccontare, basta guardare Il Divo di Paolo Sorrentino. Nel novembre 2010 i giudici della Corte d’assise hanno concluso il processo con assoluta indeterminatezza e nessuna condanna. Non si è sentito alcun Fini o Di Pietro o Napolitano parlare di questa sentenza. Pochi giornali hanno affrontato seriamente l’argomento; la stessa magistratura ha fatto poco.
Siamo sazi di sentir parlare di Berlusconi e di sesso e di quella che è l’attuale situazione italiana. Si dimentica che potere e sesso squallido esistono da sempre, anche prima di Berlusconi e sicuramente anche dopo. In Italia ma non solo. Sono un binomio vincente. La parola 'attuale' con la parola 'politica italiana' non ha senso perché in Italia la giornata di ieri è da sempre quella di oggi e sarà sempre quella di domani. Perché per citare le parole di un amico «il belpaese vive in un eterno presente».
Chiedo a me stesso, alla città e al mondo che quando la punta dell’iceberg verrò spezzata e cadrà, e cadendo andrà tristemente alla deriva fino a scomparire lentamente; quando la finiremo di parlare, indignarci e bestemmiare sulle perversioni di un uomo malato [a voler precisare, il punto più alto – o meglio, meno squallido – tra tutto il vociare che si sta facendo sul sesso e sul sesso di Silvio, è la lettera della moglie pubblicata da Repubblica: oltre a dire tutto, Veronica Lario lo dice con grande forza e umana dignità, e forse ci saremmo dovuti fermare a quello...]; quando tutto questo passerà, avrete la forza di concentrarvi sul resto e di chiedere conto di tutto. Pretendendo ciò che vi spetta, consapevoli che il berlusconismo non cadrà con la sua testa come il fascismo in Italia non è finito legato ai piedi del duce a Piazzale Loreto.
Lo scrive una persona pigra oltre che brutta, a cui dell’Italia non fotte un cazzo e che non farà un cazzo per l’Italia. Una persona stufa di vedere tutti diventare allodole ed abbocare allo specchietto.
Un ringraziamento a John Carpenter, Sarah Lucas, i cani vogliosi, Malleus Rock Art Lab, le targhe americane e agitazioni per i contributi audiovisivi.
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