Sono davvero eccitanti i Glitter Wizard. Ascoltarli è come essere catapultati in un film di John Waters nel quale gli attori sono Kiss, Motörhead e Alice Cooper. Il loro Pink Metal suona come delle "chiazze di rossetto sul bocchino di un bong". O come la performance dei Damned nell'episodio Nasty della serie BBC The Young Ones, anno di (dis)grazia 1984. Umorismo anarchico, dissacrante e provocatorio per questi simpatici cialtroni nati nel 2009 tra San Francisco e Oakland, luogo immaginario ribattezzato per l'occasione San Froakland. Un primo 7" (Black Lotus/Witch's Limbo, edito da SansEscape Records e subito sold out) mette le cose in chiaro: immaginate l'hard rock, lo space ed il proto dark metal dei 60 e 70 in forma ruffiana e glitterata (appunto…).
Glitter Wizard, e vai fuori di paillettes. Organo, flauto e sax si scontrano con riff selvaggi di chitarra; melodie appiccicose fanno il paio con escapismi psichedelici da comune freak. Il debutto Solar Hits (Archers' Guild Records, 2011) li lancia nel circuito underground. Fanno seguito il 7" Horses (Captcha Records, 2012) e l'album della consacrazione, Hunting Gatherers (aQuarius Records/Captcha Records, 2012). Motörider è un'orgia totale, Big Sur non fa rimpiangere gli Sleep, Ragdoll è boogie forsennato, Wizard Wagon è un potenziale singolo spacca classifiche. Il 2013 porta in dono l'ennesimo 7" (Siren è contenuta su Sweet Times - Volume 1, split edito da Who Can You Trust? Records e diviso con Hot Lunch, Ovvl e Dirty Fences) e la chiamata dal Roadburn Festival 2014.
"There is a price, barbarian".
I don't worship the Devil, the Devil worships me.
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