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lunedì 26 novembre 2007

Cactus Flower


La più bella del reame e la commedia americana negli anni della grande rivoluzione dei costumi. Il film è Cactus Flower di Gene Sack, 1969. I protagonisti sono Ingrid Bergman, Walter Matthau, Blondie Hawn e Rick Lenz. Due generazioni a confronto, una coppia di quarantenni promiscuamente confusa da due ventenni.
Lo stimato odontoiatra, Julian Wiston (Matthau), molto rinomato anche come Don Giovanni, per non sposare la giovane Tony Simmons (Blondie Hawn) le dice di esser già coniugato con prole. La ragazza innamorata accetta la situazione ma quando Julian mancherà all’ennessimo appuntamento, lei tenterà di togliersi la vita con il gas. Grazie al tentativo di suicidio farà la conoscenza del coetaneo vicino di casa, Igor Sullivan (Rick Lenz), intervenuto a salvarla dopo aver sentito la puzza di gas. Uno scrittore esordiente, quest’ultimo, che non avendo venduto mai niente, si fa mantenere da suo padre: “Non tutti hanno la fortuna di nascere poveri” - afferma il ragazzo.


Julian commosso dal gesto di Tony, le promette di divorziare e sposarla. Chiederà, quindi, alla sua storica infermiera, Stephanie Dickson (Ingrid Bergman), di interpretare il ruolo della moglie.
Il film riesce ad essere leggero e piacevole senza scadere nella banalità, uno spaccato del periodo che gioca sullo scambio di ruoli tra “vecchi” e Giovani. Adulti e ragazzi che in netta opposizione in quella realtà di fine anni sessanta, nel film si mescolano, invece, tra loro lanciandosi in improbabili duetti amorosi e scambi di coppia. Si tratta di una bella commedia sentimentale che, forte dell’abile sceneggiatura di I. A. L. Diamond, non si tira indietro davanti alla possibilità di sfociare nella parodia basata sull’equivoco.


Una pellicola supportata inoltre dalla meravigliosa interpretazione dei protagonisti. Il collaudato e sempre divertente Matthau duetta felicemente con la sorprendente Bergman. La quale a sua volta dimostra di essere attrice sublime anche in un ruolo comico. Dulcis in fundo la bellissima Blondie Hawn capace, con le sue fantastiche smorfiette del viso, di creare un personaggio leggero, intelligente e soprattutto in grado di non soccombere soffocata dal carisma della Bergman, la diva che, ricordiamo, aveva spodestato Greta Garbo.

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