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mercoledì 7 gennaio 2009

FRIDA! Vivere una volta per tutte


Il film diretto da Julie Taymor (2002) è un elogio alla vita come una lode all’esistenza è stata la vita stessa di Frida Kahlo.
Pittrice messicana nata, secondo il suo racconto nel 1910 con la rivoluzione, rimarrà vittima durante la sua giovinezza, di un incidente d’autobus. Un corrimano di ferro le trafiggerà il bacino costringendola a indomabili pene per tutta la vita.


Ed è proprio durante la sua convalescenza che, immobilizzata nel letto, si dedicherà completamente alla pittura. Quando poi riuscirà a poggiare di nuovo i piedi per terra, si recherà coi suoi lavori dal pittore Diego Rivera. Stimato e politicizzato artista del tempo, Diego riconoscerà subito la novità del talento espresso nelle sue opere naif, colorate, intime e surreali e la accoglierà sotto la propria ala.


Nel 1929 i due si sposeranno e il loro sarà un sodalizio di pieno amore, arte, e reciproci tradimenti. Le biografie la raccontano amante del rivoluzionario russo Lev Trotsky, del poeta André Breton e della fotografa e militante comunista Tina Modotti.


Tratto dalla biografia di Hayden Herrera, Frida è un biopic attento e realistico nel suo surrealismo, perché realistica e surreale allo stesso tempo è stata l’esistenza di questa magnifica artista.


Un’esistenza presa di petto. Anche col rischio di ferirsi mortalmente di una morte lenta e lunga. Una morte che in fin dei conti, sembra essere l’origine dell’attaccamento alla vita; al pari di una sfida continua come ripicca nei confronti di Quella che sarà comunque la Vincitrice già decretata.
La regista sceglie di raccontare puntualmente la biografia dell’artista punteggiando la pellicola di affascinanti immagini delle sue opere. Immagini che prendono vita come a narrare e meglio descrivere lo stato interiore di una donna lungo la sua esistenza personale e collettiva.
Un film da vedere prima di morire.