«Di fronte al mare la felicità è un'idea semplice», scriveva Jean-Claude Izzo. Lo sanno bene a Marsiglia come a Napoli. Strani incroci quelli del caso. E del calcio. Olympique de Marseille-Napoli vale tanto. Quarta partita del Gruppo F, è un match tra due squadre che cercano il rilancio. Il Napoli viene dalla brutta sconfitta all'Emirates Stadium, per l'OM il tracollo è continuo: dopo la partenza a razzo in campionato, sono arrivati due KO in Champions e due sconfitte in Ligue 1. Al Velodrome c'è vento, e lo cavalca Dries Mertens. Benitez lo schiera al posto in Insigne e la fiducia viene ripagata. Il Napoli domina il primo tempo: il belga è il migliore in campo insieme al solito, immenso Valon Behrami. Il Marsiglia tuttavia è poca cosa: Ayew e Payet sono fantasmi, Gignac pare appesantito da una lauta cena, l'unico a dannarsi l'anima è Valbuena. Ad irritare i tifosi ci pensa Gonzalo Higuaín: trotterella, si incazza senza motivo con i compagni, tocca piano quando dovrebbe andare come una furia. E al 34' sbaglia un gol che neanche Pandev contro la Roma. Fortuna che il Pipita si avvede e al 42' lancia con intelligenza l'impomatato Callejón: sterzata in bello stile e Mandanda è freddato.
Il secondo tempo sembra una pura formalità. Possesso palla e verticalizzazioni, il Napoli gestisce il risultato. E l'OM non si scrolla di dosso quell'aura di squadra capitata in Champions quasi per caso. Rimangono dubbi sulla quantità di passaggi semplici sbagliati da Inler, ma il risultato dice bene ed in pochi ci fanno caso. Al 58' esce Higuaín ed entra Zapata. Sembra di vedere il peggiore Zalayeta, e invece Duvan al 67' si inventa un gol che fa esclamare: «Freddy Rincón!». 0-2 e tutti a casa. Almeno così sembra. Perché se non c'è sofferenza non c'è divertimento. A 6' dalla fine André Ayew (tempo di amarcord: figlio di Abedi Pelé) si inventa una pregevole girata di sinistro che fulmina Reina. Ultimi istanti di apnea e triplice fischio che sa di liberazione. Bene Maggio a destra, volenteroso ma impreciso Armero, Albiol un po' offuscato dal fisico simil Lavezzi gigante, Fernandez timido ma in via di miglioramento. Segnali incoraggianti per le partite di ritorno. «Marsiglia non è una città per turisti. Non c'è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui, bisogna schierarsi. Appassionarsi. Essere per, essere contro. Essere, violentemente. Solo allora, ciò che c'è da vedere si lascia vedere. E allora è troppo tardi, si è già in pieno dramma. Un dramma atipico dove l'eroe è la morte. A Marsiglia, anche per perdere bisogna sapersi battere».
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