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mercoledì 9 aprile 2008

Biùtiful Cauntri, ma porca vacca!!


Biùtiful Cauntri: stiamo sottoterra su una sedia a rotelle telecomandata. Questo il succo del discorso sulla ormai celeberrima annosa questione dei RifiutiinCampania; questa l’analisi ultima che si evince dallo straordinario documentario di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio e Peppe Ruggiero. L’opera, premiata con una menzione speciale all'ultimo Festival di Torino, non ha fronzoli né mezze misure e punta la macchina da presa direttamente nel cuore avvelenato del territorio campano (Acerra, Giuliano, Qualiano e Villaricca) e in faccia ai suoi abitanti (contadini, pastori) costretti a cibarsi e a farci cibare di quel veleno travestito da fragole, pesche, formaggio, mozzarella, acqua.


Una Chernobyl (come viene definita nel film) lenta e terribile messa su da luride giacche e cravatte del nord industriale in concomitanza con logge massoniche deviate, camorra e istituzioni locali e nazionali.


Biutiful Cauntri (2007), prodotto da Lionello Cerri per Lumiere e Co, non è un lamento bensì un documentario sincero che dovrebbe essere proiettato per strada e nelle piazze. È un’opera di denuncia indignata che, lungi da provocare svilimento, indigna. Non si tratta di un film ma piuttosto di un atto contro uno stato di cose, un’azione che fa leva sui sentimenti più che sulla ragione e che per questo riesce ad arrivare oltre la crosta superficiale di chi lo guarda. Dalla proiezione si esce in fila a testa bassa come dietro a un funerale, un funerale rabbioso, però, perché questa volta non è di qualqun’altro ma di tutti i suoi partecipanti.


Il film si conclude con delle eccezionali immagini di una festa patronale; come a dire: non possiamo fare altro che rivolgerci Altrove? Forse no...

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