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lunedì 12 maggio 2008

Speciale Cannes: parte I. I film europei in concorso


La penuria di titoli europei in concorso, pellicole francesi escluse, sarà una delle peculiarità più evidenti del 61° Festival du Cinéma. Il vecchio continente sfilerà sugli schermi dall’altra parte della Croisette parlando, oltre alla lingua ospite che è la stessa del Belgio (Jean-Pierre et Luc Dardenne, Le Silence de Lorna), esclusivamente ungherese (Kornel Mundruczo, Delta), tedesco (Wim Wenders, The Palermo Shooting) e italiano (Matteo Garrone, Gomorra; Paolo Sorrentino, Il divo).
Le restanti opere made in Europe appartengono tutte alla Francia: Arnaud Desplechin, Un conte de Noel; Philippe Garrel, La Frontière de l'aube; Laurent Cantet, Entre les murs.
La cinematografia europea, tutt’altro che dormiente sul fronte della qualità, si aspettava forse un occhio più attento ai fermenti provenienti da Est. In modo particolare dopo la vittoria del rumeno 4 mesi, 3 settimane e 2 giorni (4 luni, 3 saptamâni si 2 zile, Christian Mingiu) e la presenza in concorso, lo scorso anno, di due titoli russi. Niente di nuovo sul fronte occidentale per quel che riguarda l’Inghilterra. I vicini d’oltre Manica, visto l’esonero di Genova (Micheal Winterbottom), guarderanno il festival da spettatori per il secondo anno consecutivo (esclusa la cooproduzione con i Dardenne).


Il Paese più soddisfatto sembra, dunque, l’Italia in concorso con la metà del numero di film selezionati dagli interi Usa. Le due pellicole di Garrone e Sorrentino, interpretate da Tony Servillo, trattano la Storia recente di una nazione, in linea di massima, troppo consenziente, in passato come nel presente, verso qualsiasi forma di potere forte (e annesse facce oscure). Il Divo è il senatore a vita Andreotti raccontato nel periodo compreso tra il 1992, anno del suo settimo governo, e l’inizio del processo che lo ha visto incriminato per associazione mafiosa.


Gomorra è, invece, la trasposizione dell’omonimo libro di Roberto Saviano, il quale, insieme al regista, ha curato anche la sceneggiatura. Un primissimo piano sulla potente infiltrazione camorristica negli affari della provincia napoletana come in quelli di livello internazionale.
Impronta italiana anche per il lavoro di Wenders. Il film, ambientato a Palermo, narra le vicende di un fotografo celebre quanto esistenzialmente disordinato. Andata in pezzi la sua vita, abbandona tutto e va a vivere nel capoluogo siculo. Protagonisti in quest’ultima fatica dell’autore de Il cielo sopra Berlino (Der Himmel über Berlin, 1987) sono la rockstar Campino, Dennis Hopper, Patti Smith e Lou Reed.


L’ungherese Delta è, invece, una rivisitazione dell’ 'Otello' e dell’ 'Elettra' calati in uno scenario futuribile. Il giovane Mihail tornato all’originaria comunità di Delta per i funerali del padre, si innamora della sorella. Scoprirà, poi, che il genitore è stato ammazzato e inizierà così la caccia ai suoi assassini deciso a perpetrare la propria vendetta. A vestire i panni di Mihail è Félix Lajkó, violinista etnico ungherese. In realtà il musicista ha sostituito Lajos Bertók dopo la sua morte nel corso delle riprese. Il film approda al Festival forte della vittoria del Golden Reel (Hungarian Film Week) e del Gene Moskowitz Prize.


Dopo la vittoria del 2005 i fratelli Dardenne ci narrano quest’anno di una giovane albanese che pur di andare in Belgio, sposa un tossicodipendente con la segreta speranza che muoia presto di overdose. Lorna è Arta Dobroshi affiancata da Jérémie Renier.
I francesi annoverano, invece, tra le proprie schiere Desplechin. Habitué del Festival, ritorna con il racconto di una famiglia spolpata da litigi e gravi malattie.
Philippe Garrel propone, viceversa, la storia di un fotografo (Louis Garrel) che il giorno del suo matrimonio scorge nello specchio una terribile visione. La sua ex-ragazza suicida dopo essere stata abbandonata da lui, torna nel mondo dei vivi per vendicarsi.


Infine Entre les murs racconta di un professore in una scuola di un quartiere difficile. L’interprete è François Bégaudeau anche autore del romanzo da cui è tratto il film, nonché cosceneggiatore della pellicola insieme al regista e a Robin Campillo.
In bocca al lupo a tutti, allora, ma soprattutto alla Francia che, dal 1987 (Sotto il sole di Satana, Sous le soleil de Satan, Maurice Pialat) non vince un “suo” festival... Polanski non conta.

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