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giovedì 17 gennaio 2008

Good morning, you fascists. Electra Glide in Blue


La figura di James William Guercio nel mondo del cinema è davvero strana. Di base Guercio è un produttore e compositore musicale, noto infatti per aver prodotto i primi dischi di Chicago e Blood Sweat & Tears, aver suonato con Frank Zappa nello storico esordio Freak Out! (1966) ed essere il proprietario degli studi Caribou Ranch, dove hanno registrato artisti del calibro di Joe Walsh, Elton John, Billy Joel, Carole King, Rod Stewart, Stephen Stills e i Supertramp. Nel 1973 gli viene data l'opportunità di girare un film, occasione che non si fa scappare e rimarrà anche l'unica della sua carriera. Il risultato è Electra Glide in Blue, tratto da un racconto di Robert Boris e Rupert Hitzig, che produce. La pellicola riscuote un discreto successo, viene premiata a Cannes e scuote per la vicenda affrontata.


John Wintergreen (Robert Blake) è un reduce del Vietnam che si è riciclato come agente della stradale in Arizona. La Electra Gilde è proprio la moto che cavalca come un moderno cowboy. Il suo sogno infatti è quello di entrare a far parte della squadra omicidi, risolvere casi importanti e far valere coraggio, rettitudine, istinto, umanesimo. Il momento giusto gli si presenta quando scopre un cadavere e viene affiancato all'ispettore che conduce le indagini. Non tutto però andrà come sperava, anzi, sarà per lui l'inizio di un cammino disperato che lo condurrà alla morte.
Tra la perdita dell'innocenza e i problemi di reducismo e successivo reinserimento, Guercio rappresenta un mondo opaco e privo di fiducia, che passa dai colori al bianco e nero, dall'entusiasmo alla malinconia. Wintergreen è un ragazzo pieno di fiducia, fa forza su intelligenza e dialogo, sbattendo contro un muro di diffidenza. Riesce ad arginare gli ostacoli con l'ironia (cerca di conquistare due ragazze nonostante la sua altezza 'alla Alan Ladd'), frana quando solitudine, smarrimento, indifferenza diventano i veri, autentici nemici.


Il mito americano è solo un miraggio, è svanito nel vento, nelle valli desertiche dell'Arizona, tra bar fumosi e baracche abbandonate. Guercio gira con semplicità (per non dire semplicismo) risultando comunque genuino, reale. Sfrutta i canovacci del poliziesco e del road movie per imbastire un discorso personale, dimostra anche buone qualità (la cura dei particolari nelle prime sequenze, gli inseguimenti e le sparatorie in ralenti, il lunghissimo carrello della scena finale), cura maniacale per la colonna sonora, ottima attenzione per i personaggi secondari. Il collega di John, Zipper (Billy Green Bush), è un uomo semplice e senza brio, destinato per questo ad una sconfitta (fisica e morale); il detective Harve Poole (Mitch Ryan) è un vecchio, reazionario, represso, che sfoga sugli altri la sua impotenza; la donna del 'saloon' dei poliziotti (Jeannine Riley) è la morte definitiva dei sogni, il tramonto delle passioni. Un quadro spietato e disilluso dunque, che guarda ai grandi maestri del periodo (Arthur Penn, Sam Peckinpah, Monte Hellman) e cita in maniera divertita Easy Rider (una foto di Dennis Hopper e Peter Fonda è utilizzata come bersaglio nel poligono di tiro). Peccato sia rimasto l'unico episodio della filmografia di un musicista/produttore dal gran talento.