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mercoledì 16 gennaio 2008

Kim Ki-Duk. Geometria Naturale Coreana


Primavera, Estate, Autunno, Inverno e ancora… Primavera
(Bom yeoreum gaeul gyeoul geurigo bom, Kim Ki-Duk, 2003) è un cerchio in mezzo all’acqua. La vita che gira nel suo elemento creatore manifestandosi mediante esistenze concentriche disposte l’una dentro l’altra da una geometria naturale. La circolarità non è solo quella della vita dei due protagonisti. Tutto in quest’opera è circonferenza di qualcosa e contemporaneamente centro di altro. Le linee curve chiuse, perfette dividono la vita in una parte interna ed una esterna che, però, non possono restare separate e finiscono per confluire. Le montagne circondano il lago. Il lago racchiude il piccolo tempio buddista. Il tempio abbraccia le vite del monaco e del discepolo. Le vite dei due uomini compiono il loro ciclo nel tempo e nello spazio. E neanche l’esterno, quello che apparentemente è al di fuori di quell’oasi, neanche la vita mondana (per dirla con le parole del monaco) ne rimane esclusa.


La storia è quella di un maestro buddista e del suo allievo nel corso delle stagioni dell’esistenza.
In primavera il piccolo monaco vive raccogliendo erbe medicinali e facendo di tutto un gioco, mediante l’incoscienza "pura" e pericolosa dei bambini. E come mischia all’erbe curative quelle mortalmente velenose, così trae divertimento e risate scorazzando in giro o seviziando un pesciolino, una rana e un serpente.


In estate il discepolo è divenuto un ragazzo dalla sessualità matura. Conosce il desiderio fisico e l’amore per una donna, arrivata al tempio per essere curata. E proprio questo amore lo condurrà ad abbandonare il mastro e a seguire la ragazza nel mondo al di là del luogo sacro.


In autunno l’allievo si è fatto uomo e, colpevole di un terribile crimine, ritorna dal maestro. Sarà, però, raggiunto dai rappresentanti della legge. In inverno, dopo aver scontato il suo debito, torna nuovamente al tempio. Il luogo sacro è, però, vuoto. Il vecchio maestro ha lasciato al fuoco le sue spoglie di uomo per divenire serpente. Il discepolo ormai uomo, è pronto ad essere a sua volta maestro e ad accogliere un nuovo allievo.
Kim Ki-Duk, come sempre, crea una pellicola impressionante. Un racconto di vite immerse nella vita. Spettacolari a dir poco i paesaggi, illuminati da una splendida fotografia verde e grigia.


Unica pecca è quella di aver stilizzato un po’ troppo in alcuni punti la cultura orientale. E ai più maliziosi potrebbe venire in mente che si tratti di un’operazione tutt’a vantaggio degli occhi dell’Occidente.
Comunque sia Primavera, Estate, Autunno, Inverno e ancora… Primavera è una stupenda fiaba. E come tutte le fiabe cova verità universali dove il bene e il male si mischiano senza fine.

1 commento:

amedeo anfossi ha detto...

is there in your eyes....under the cold street line....no tomorrow...no desd end...